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Siete contenti del vostro lavoro di traduttori?
Thread poster: Vincenzo Di Maso
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Dipende da molte variabili Oct 31, 2013

danielagreca wrote:


Alcuni sono ancorati al perseguimento di una traduzione il più aderente possibile all'originale.
Altri (più "creativi" ed elastici) spaziano, magari perdendosi un pò. Ma fornendo comunque il loro prezioso contributo che può rivelarsi fonte di spunto per altri.

Insomma, diverse attitudini (io mi posiziono tra coloro che fanno parte della seconda tendenza), diverse scuole di pensiero se vogliamo metterla così.


E soprattutto dipende da che cosa si traduce, non si può essere creativi nel tradurre una causa legale, un contratto, un manuale tecnico, credo invece che si possa (ma solo un po') nel caso della letteratura, io comunque sono per rimanere fedeli il più possibile.

Questo argomento mi interessa molto anche se forse qui è off topic, potremmo aprire un nuovo thread

Ciao!


 
Mikko Solja (X)
Mikko Solja (X)
Finland
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Sì e no Nov 1, 2013

Maria Teresa Pozzi wrote:

- mi manca il contatto umano (praticamente solo virtuale a meno che non si partecipi a qualche evento)


Ecco il motivo per cui a me piace fare il traduttore solo occasionalmente. Da un lato si guadagna abbastanza per poter vivere lavorando meno di 40 ore a settimana ma poi dall'altro lato non è che si possano creare o mantenere le amicizie stando seduti davanti al computer tutto il giorno - escludendo il caso di Facebook che spesso risulta controproduttivo in termini di efficacia lavorativa. E' molto più bello lavorare solo quando si vuole e passare le giornate a vuoto facendo passeggiate nella foresta o leggendo un buon libro.

Preferisco mantenere le mie tariffe abbastanza alte per evitare di dover lavorare giorno e notte a prezzi da schiavo. Purtroppo il lato negativo è che c'è poco lavoro da fare, soprattutto con le mie combinazioni linguistiche, ma meglio così, secondo me. Riesco a mantenermi con quello che guadagno facendo sia le traduzioni sia altri lavori, quindi mi rintengo abbastanza contento e felice di aver scelto questo mestiere.


 
Susanna Martoni
Susanna Martoni  Identity Verified
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Ero e resto Nov 1, 2013

contenta di questo lavoro.

Lo faccio con passione da 23 anni ed è davvero la mia vita.
I miei "ma" di qualche anno fa su questo thread sono gli stessi di 20 anni fa e di adesso.

Avendo una situazione familiare piuttosto impegnativa, praticamente devo far fronte a tutto dalla A alla Z, questo lavoro mi aiuta alla grande in termini di flessibilità.
Sono riuscita anche a iscrivermi a una facoltà universitaria e a concluderla (sto scrivendo la tesi); credo s
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contenta di questo lavoro.

Lo faccio con passione da 23 anni ed è davvero la mia vita.
I miei "ma" di qualche anno fa su questo thread sono gli stessi di 20 anni fa e di adesso.

Avendo una situazione familiare piuttosto impegnativa, praticamente devo far fronte a tutto dalla A alla Z, questo lavoro mi aiuta alla grande in termini di flessibilità.
Sono riuscita anche a iscrivermi a una facoltà universitaria e a concluderla (sto scrivendo la tesi); credo siano pochi i lavori che consentano di operare questo tipo di scelte. È il mio grande orgoglio, soprattutto se riesco a superare l'ultimo esame tra tre settimane.

Comunque gli alti e bassi della professione continuano a preoccuparmi; a questo punto credo di essere inguaribile.

La solitudine mi schiaccia ogni tanto ma mi sembra di sopravvivere benone.

E, come sempre, soppensando, i vantaggi sono nettamente superiori agli svantaggi.

I rapporti con i colleghi di Proz e le possibilità offerte da questa piattaforma hanno contribuito in modo deciso a far pendere la bilancia dalla parte dei vantaggi.

Nota dolentissima: negli ultimi anni i guadagni sono andati un po' diminuendo e, mai come quest'anno, al momento di denunciare i redditi, il fisco non è mai contento: e lo studio di settore così non va, e le parole tradotte rispetto al reddito denunciato non mi fanno congrua, e con una figlia a carico non quadrano i conti e allora si può presentare l'ISEE ma ci sono altri conti che non continuano a non quadrare.
La solita storia. Che però sta peggiorando.

Buon bellissimo lavoro a tutt*!

[Modificato alle 2013-11-01 09:58 GMT]


[Modificato alle 2013-11-01 10:02 GMT]
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Grazia Brunello
Grazia Brunello  Identity Verified
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Non lo so ancora.... Nov 1, 2013

Io vorrei dare il punto di vista di chi ha deciso da poco di cambiare carriera.
Dopo aver lavorato per anni in UK come dipendente (e guadagnando bene) ho conseguito il DipTrans e deciso di fare la traduttrice.
Al momento (ho iniziato da pochissimo) ho avuto esperienza con una societa' di doppiaggio italiana.
Non so ancora se questo lavoro mi piacera'. Mi pare sottopagato e, come altri lavori, invaso da gente abbastanza incapace (ho visto traduzioni atroci, che sono tranquillam
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Io vorrei dare il punto di vista di chi ha deciso da poco di cambiare carriera.
Dopo aver lavorato per anni in UK come dipendente (e guadagnando bene) ho conseguito il DipTrans e deciso di fare la traduttrice.
Al momento (ho iniziato da pochissimo) ho avuto esperienza con una societa' di doppiaggio italiana.
Non so ancora se questo lavoro mi piacera'. Mi pare sottopagato e, come altri lavori, invaso da gente abbastanza incapace (ho visto traduzioni atroci, che sono tranquillamente andate in onda alla TV).

TUttavia, sono attratta dall'idea di non dover rendere conto ad un capo e di poter lavorare da qualsiasi location che abbia una connessione internet.

Mi pare che la cosa peggiore sia la solitudine.

Non so ancora come andra' a finire, ma sono certa di una cosa. Sto facendo quello che mi piace.
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Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Non più! Nov 5, 2013

Premetto che non ho nessun altro lavoro e da decenni vivo solo di questo, e non mi lamento.

E' un bellissimo lavoro certo, ma, dovessi cominciare oggi, non penso che lo rifarei.

Ultimo episodio: proprio in questi giorni un'agenzia (straniera, non italiana) mi ha offerto di pagare poco più della metà di quanto avevo proposto io (!!) dicendo che, data la quantità del materiale da tradurre, significava "tanto lavoro e quindi tante parole" (sic!, traduzione letterale).
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Premetto che non ho nessun altro lavoro e da decenni vivo solo di questo, e non mi lamento.

E' un bellissimo lavoro certo, ma, dovessi cominciare oggi, non penso che lo rifarei.

Ultimo episodio: proprio in questi giorni un'agenzia (straniera, non italiana) mi ha offerto di pagare poco più della metà di quanto avevo proposto io (!!) dicendo che, data la quantità del materiale da tradurre, significava "tanto lavoro e quindi tante parole" (sic!, traduzione letterale). Sono rimasta sconcertata perché non riesco ad afferrare la logica che sta dietro a questo ragionamento. Perché dovrei lavorare il doppio per guadagnare lo stesso importo? Boh... c'è qualcosa che mi sfugge.

Dovessi cominciare oggi, sicuramente avrei gettato la spugna dopo un anno al massimo. Riesco a vivere, tranquillamente, con tariffe che considero dignitose ed eque, ma lavoro ormai a metà delle mie possibilità o quasi, perché rifiuto categoricamente proposte che considero invece indecenti.

Riesco a vivere, nonostante tutto, perché ho clienti di lunga data e ogni tanto ne trovo pure di nuovi, debbo ammettere, e nelle mie tariffe tengo conto anche di eventuali tempi morti, fatturazione, preventivi ecc. com'è logico che sia, quindi non è che mi crolla il mondo se sto per una settimana o due senza lavorare. Non lo si sottolinea mai abbastanza: non si può e non si deve vivere alla giornata con un lavoro come il nostro.

Dovessi cominciare oggi, ciò non sarebbe possibile per diversi mesi/anni. Dovrei prima "acquistare esperienza", farmi un nome, intanto lavorare come una matta dalla mattina alla sera a tariffe innominabili e per chissà quanto tempo non riuscirei a mettere insieme il pranzo e la cena, e l'affitto poi? Potrei morire di stenti nel frattempo.

Per i giovani alle prime armi, non vedo molte prospettive in questo lavoro. Il tutto grazie a persone che accettano di lavorare a qualsiasi prezzo e senza alcun criterio commerciale (urgenze, fine settimana senza supplemento, stesse tariffe per clienti diretti e agenzie... Chiedono 50 parole? E io fatturo 50 parole, senza pensare che fare la fattura mi costa più della traduzione, tanto i minimi non ho idea cosa siano, mentre l'agenzia naturalmente sì... E' tutto un assurdo, ma non importa, basta che si lavori), e non sanno fare i calcoli più elementari. Tanto mi esce, e tanto mi deve entrare, compresi gli imprevisti e una ragionevole riserva: non è una cosa difficile, mi sembra, e anche un bambino capisce che con una manciata di centesimi a parola non si va molto lontano. Senza parlare dei termini di pagamento, altro tasto dolente: rigorosamente a 60 giorni, pare, se va bene, forse in più anche fine mese o ancora peggio... Inutile dire che anche l'agenzia che mi voleva offrire generosamente grandi quantità di parole a metà prezzo, mi ha proposto un termine altrettanto generoso per il pagamento, guarda caso.

Posso lavorare a qualsiasi ora ed essere vestita come mi pare, senza dover uscire nel traffico? D'accordo, è una cosa da non sottovalutare, ma questo purtroppo non ci permette di comprare né il pane né altro. Tutti vogliono essere pagati, e subito. E poi non ci sono solo i traduttori che possono lavorare da casa, ci sono anche architetti, designer e quant'altro... Sicuramente molto meglio pagati.

Ah già, la domanda non era esattamente se avremmo rifatto lo stesso lavoro e forse sono andata leggermente OT. Ma tanto la mia risposta l'avete già letta nel titolo: no, di questo bellissimo lavoro oggi non sono più contenta e non riesco a condividere l'entusiasmo che finora mediamente mi è sembrato di cogliere. Forse perché ho conosciuto tempi infinitamente migliori negli anni passati? Ora vado avanti per inerzia, perché è questo il lavoro che so fare, e credo di farlo anche bene, ma le soddisfazioni oggi sono veramente poche e le arrabbiature tante. E andrà sempre peggio.

Vedo tutto troppo nero?
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gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Non più 2.0! Nov 5, 2013

Sottoscrivo al 99% tutto quanto detto da Christel, e per molti motivi.

Riassumo brevemente alcuni dei più importanti:

Guadagnavo di più, tutto sommato, da dipendente, tra il 1995 e il 2001, come traduttore in-house, partendo con esperienza zero. Non parliamo di quando lavoravo come tecnico informatico, autonomo, dal 1984 al 1993.

Da quando lavoro come traduttore free-lance ho guadagnato ogni anno sempre meno, certamente molto meno del mio potenziale e
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Sottoscrivo al 99% tutto quanto detto da Christel, e per molti motivi.

Riassumo brevemente alcuni dei più importanti:

Guadagnavo di più, tutto sommato, da dipendente, tra il 1995 e il 2001, come traduttore in-house, partendo con esperienza zero. Non parliamo di quando lavoravo come tecnico informatico, autonomo, dal 1984 al 1993.

Da quando lavoro come traduttore free-lance ho guadagnato ogni anno sempre meno, certamente molto meno del mio potenziale e la tendenza costante è al peggioramento.
Il mercato è invaso da agenzie sempre più improvvisate o esigenti, con tariffe sempre più basse, in concorrenza selvaggia tra loro, e da colleghi-concorrenti sempre più numerosi e, purtroppo, sempre più disposti a tutto pur di mordere un boccone.
Ma milioni di bocconi non sfamano l'intera torma famelica e rendono il mercato insostenibile a tutti, loro compresi.
In sostanza, ci sono TROPPI traduttori e chi ha bisogno del nostro servizio ha vita facile a IMPORRE tariffe, tempi di pagamento e altre condizioni vessatorie assortite, a suo piacimento e vantaggio.
Non mi dilungo, sappiamo tutti cosa sta diventando questo lavoro.

No, per favore, non venite a dirmi che diventando molto esperti, facendo il marketing giusto, facendosi conoscere con un sito ben fatto, un blog interessante e altre mille attività promozionali si riesce a spiccare, distinguersi e lavorare a sufficienza.
Queste cose le so, in parte le ho fatte, e non servono a bonificare un mercato super-saturo e caratterizzato da un ECCESSO STRAORDINARIO di offerta rispetto alla domanda.

Tutte quelle attività promozionali non rendono un centesimo, costano tempo, e IL TEMPO E' DENARO SONANTE. Servono forse a tenere il naso fuori dal pelo dell'acqua, investendovi però centinaia o migliaia di ore di lavoro non remunerato, per avere comunque da combattere con un mercato sovraffollato all'inverosimile. Non si scappa.

Se poi tutte queste attività diventano l'unico modo per farsi notare, e se tutti fanno attività promozionale allo sfinimento, o almeno lo fanno in migliaia, si torna daccapo a non avere molta visibilità. Insomma, alla fine il cliente non vuole il vostro blog, vuole solo la massima qualità possibile a prezzi sproporzionatamente bassi, se non anche ridicoli e, stringi stringi, il succo finale è che il gioco non paga.
Soprattutto, a far bene i conti, se molti vivono di questo lavoro, ovvero riescono a pagarsi vitto e alloggio, per la maggior parte rimane difficile ripagare l'investimento negli studi, l'aggiornamento continuo, un autoveicolo, il rinnovo delle attrezzature di lavoro, quache settimana spensierata di vacanza all'anno (per staccare e rinfrescare la mente), mettere da parte i fondi per fare studiare i figli, mettere da parte fondi o investire per gli anni post-lavorativi, comprarsi la casa, avere un fondo di emergenza.
Tutto questo è normale per un lavoro professionale, ma oggi raro per un traduttore freelance....
Leggete bene la lista, fatevi un po' di conti e non affondate la testa nella sabbia. Se avete più di 6-8 anni di lavoro, dovreste essere a buon punto in tutti i punti elencati. Se non lo siete, o addirittura state vivendo "hand to mouth" dopo 10 anni di lavoro, è il momento di riflettere seriamente sul futuro.

Sono tempi difficili per chi sta cominciando ora, ma molto spesso queste persone che hanno difficoltà sono anche coloro che creano terra bruciata per tutti.
Capisco benissimo il motivo, non capisco i metodi e non giustifico la totale assenza di senno economico. Questo non è scusabile per chi affronta un lavoro autonomo e non l'ho mai visto, ai livelli vistri fra i tradutori, in nessun altro settore o attività.

Consiglio caldamente a tutti i giovani, se avete qualche altra competenza o vi capita qualche occasione, pensate seriamente a un lavoro complementare o alternativo.
Il mercato della traduzione non promette grandi sviluppi, certamente non li promette a tutti, e non solo per il grande numero di persone che vi entrano ogni anno.

Lo dico con molta sincerità, visto che non sono mosso da interessi di alcun tipo. Consideratele le riflessioni a voce alta offerte da un collega (praticamente ormai ex-collega), quindi scritte con distacco, con onestà, ed esclusivamente a beneficio di chi sta cominciando ora, come ritengo sincera e molto generosa anche l'analisi personale (ma di assouto valore generale) fatta da Christel.

Io, dopo circa 18 anni di traduzioni, sono arrivato alla decisione di chiudere questa fase della mia vita lavorativa. Questo mercato pare essere dominato da persone (agenzie e clienti) che non valutano molto l'esperienza e la competenza. In pratica, più si è esperti e meno si viene chiamati.
Inoltre il settore è invaso da migliaia di micro-agenzie senza risorse finanziare, spesso una sola persona che si improvvisa agenzia, comunque tutti grattano il centesimo (anche loro per motivi di sopravvivenza) e anche invaso ogni anno da nuove infornate di "giovani colleghi" che a questo tipo di agenzie mal combinate concedono di tutto, senza riserve e direi anche senza rendersene conto.

Gente, ascoltate il mio modesto e disinteressato consiglio: cominciate subito, anche domani mattina presto, a pensare a qualche alternativa.
Investite il tempo necessario, anche qualche anno, a costruirla, e se siete giovani è più facile. Sappiate che quando l'età avanza, e si entra nei 40 o nei 50, cambiare sarà molto più difficile.
Scegliete qualcosa che vi piace, o magari, se possibile, qualcosa che vi appassiona, cercate di integrare nel vostro piano anche le conoscenze linguistiche (che sono utili in molti settori) e vi farete un favore a lungo termine, forse anche vitale.

Io personalmente ho studiato e analizzato varie alternative e ora credo di averne trovata una valida. Di fatto, ci sto studiando e ora anche lavorando da qualche tempo. Si tratta di un lavoro di natura professionale e autonomo, ho fatto corsi e altre attività varie di preparazione, mi offre ampie possibilità di sviluppo, e soprattutto mi consente di sfruttare praticamente tutte le esperienze accumulate nei lavori precedenti, come per esempio la formazione tecnica, la mia preferenza per lavori indipendenti e imprenditoriali, e le conoscenze linguistiche.
Lavorando uso il portoghese, appreso qui in 6 anni, ma l'inglese e l'italiano sono molto utili e apprezzati. Ho tenuto conto anche della situazione economica del paese in cui vivo (Brasile), della mia età, e di altri fattori contingenti (per esempio, il livello di fondi di cui dispongo, e altri elementi personali).

Tutto questo cambiamento, alla mia età (per fortuna ancora in buona salute) è abbastanza impegnativo. L'unica cosa che mi conforta è che sembra andare bene, ho il vantaggio di essere abituato ai cambiamenti e, avendo fatto una scelta ben meditata, so di aprirmi eventuali nuove alternative, anche grazie a questo nuovo lavoro.
In sostanza, non mi sto buttando in un vicolo cieco (ci sto bene attento, e non me le posso permettere) ma so di avere vie alternative, ovvero strade adiacenti o varianti basate su questa scelta, anche nel caso in cui non dovesse funzionare come pianificato in questo momento.

Pensate al futuro, siate flessibili e riflettete bene. Nessuno è obbligato a fare una sola scelta, a prescindere dagli studi intrapresi o dall'idea iniziale che si aveva al momento di scegliere un corso di studi.
Ci sono sempre molte strade.

GF


[Edited at 2013-11-06 13:26 GMT]
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P.L.F. Persio
P.L.F. Persio  Identity Verified
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Sottoscrivo anch'io in pieno Nov 6, 2013

gianfranco wrote:

Sottoscrivo al 99% tutto quanto detto da Christel, e per molti motivi.
(...)
Da quando lavoro come traduttore free-lance ho guadagnato ogni anno sempre meno, certamente molto meno del mio potenziale e la tendenza costante è al peggioramento.
Il mercato è invaso da agenzie sempre più improvvisate o esigenti, con tariffe sempre più basse, in concorrenza selvaggia tra loro, e da colleghi-concorrenti sempre più numerosi e, purtroppo, sempre più disposti a tutto pur di mordere un boccone.
Ma milioni di bocconi non sfamano l'intera torma famelica e rendono il mercato insostenibile a tutti, loro compresi.
In sostanza, ci sono TROPPI traduttori e chi ha bisogno del nostro servizio ha vita facile a IMPORRE tariffe, tempi di pagamento e altre condizioni vessatorie assortite, a suo piacimento e vantaggio.
Non mi dilungo, sappiamo tutti cosa sta diventando questo lavoro.

No, per favore, non venite a dirmi che diventando molto esperti, facendo il marketing giusto, facendosi conoscere con un sito ben fatto, un blog interessante e altre mille attività promozionali si riesce a spiccare, distinguersi e lavorare a sufficienza.
Queste cose le so, in parte le ho fatte, e non servono a bonificare un mercato super-saturo e caratterizzato da un ECCESSO STRAORDINARIO di offerta rispetto alla domanda.
(...)
Pensate al futuro, siate flessibili e riflettete bene. Nessuno è obbligato a fare una sola scelta, a prescindere dagli studi intrapresi o dall'idea iniziale che si aveva al momento di scegliere un corso di studi.
Ci sono sempre molte strade.

GF



Leggere alcune delle affermazioni in questo thread mi fa risuonare in testa il motivetto di Tout va très bien, Madame la Marquise...


 
Angie Garbarino
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Beh Nov 6, 2013

missdutch wrote:

Leggere alcune delle affermazioni in questo thread mi fa risuonare in testa il motivetto di Tout va très bien, Madame la Marquise...


Guarda, come ho già detto i problemi ci sono ma ricordiamoci gli stipendi medi (non so in Olanda) , per cui, fino a quando guadagnerò una cifra superiore o uguale a quella standomene a casa mia, lavorando quando mi pare, io non mi lamenterò di gamba sana (come si suol dire).

Anche io lavoro molto al di sotto delle mie capacità, ma, appunto considero quanto sopra.


 
Flora Iacoponi, MCIL
Flora Iacoponi, MCIL  Identity Verified
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sottoscrivo anch'io Nov 6, 2013

gli interventi di Christel e di Gianfranco.

Io lavoro esclusivamente come freelance solo da aprile 2012 ma lo avevo fatto part-time anche nel periodo 2005-2007. Seguo però i forum e il mercato della traduzione dal 2000, anno in cui ho cominciato a lavorare come traduttore/revisore in-house, perché il mio obiettivo finale è sempre stato fin dall'inizio di lavorare in proprio. Sono membro di Proz e di Langit dal 2002 circa e ho letto molti thread, conosco le tariffe di ieri e quell
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gli interventi di Christel e di Gianfranco.

Io lavoro esclusivamente come freelance solo da aprile 2012 ma lo avevo fatto part-time anche nel periodo 2005-2007. Seguo però i forum e il mercato della traduzione dal 2000, anno in cui ho cominciato a lavorare come traduttore/revisore in-house, perché il mio obiettivo finale è sempre stato fin dall'inizio di lavorare in proprio. Sono membro di Proz e di Langit dal 2002 circa e ho letto molti thread, conosco le tariffe di ieri e quelle di oggi.

Quest'anno ho potuto lavorare solo perché mi sono portata dietro il lavoro che avevo in-house e per passaparola, è difficilissimo inserirsi con nuovi clienti, soprattutto se non si accetta di lavorare a tariffe da fame.

Quando mandavo i miei cv nel 2005, poiché avevo già 5 anni di esperienza, mi contattavano subito. Oggi no, non mi contattano perché vedono le mie tariffe oppure se non indico le tariffe e mi contattano mi fanno sempre proposte inaccettabili.

Tanto per fare un esempio in Irlanda, dove abito per diversi mesi all'anno, la tariffa a parola source media che pagavano alcune agenzie fino a pochi anni fa era di 0.11 euro. Oggi alcune agenzie irlandesi sono nelle liste nere e solo poco tempo fa ho perso un'opportunità di lavoro per la quale avevo proposto una tariffa dignitosa perché hanno trovato traduttori (basati in Portogallo a quanto ho capito) che accettavano 0.039 a parola. Dimenticavo, era un cliente diretto.

È vero che il settore IT, che è il mio settore di specializzazione principale, è uno di quelli che ha sofferto di più per la massificazione e l'avvento della traduzione automatica ma vedo e leggo che anche altri settori sono stati colpiti.
Anche in GB c'è stata una corsa al ribasso terribile, guidata da una società molto aggressiva sul mercato che conosciamo tutti ma che non possiamo nominare (il Vordemort delle agenzie di traduzione .

Pertanto, a chi va ancora bene è possibile che lavori in paesi dove il costo della vita è molto basso o le tasse non sono pesanti. Sinceramente non so come riescano a praticare tariffe basse i traduttori residenti in Italia con il carico fiscale che si ritrovano. Eppure, chi si affaccia sul mercato in Italia oggi è pronto ad accettarle pur di lavorare. È già stato ripetuto tante volte ma se si fanno due conti, si capisce bene che non è sostenibile a lungo termine.

È tutto solo un problema di tariffe? Non lo so, secondo me in questo lavoro in futuro potranno emergere solo in pochi rispetto ai moltissimi che ci provano, quelli molto bravi, molto specializzati e/o ben connessi, che possono fare i corsi giusti nelle città giuste, e che poi si trovano al posto giusto al momento giusto.

Sono d'accordo con Gianfranco che chi comincia oggi deve seriamente pensare anche a un percorso lavorativo alternativo a meno che non lavori in combinazioni insolite e richieste, sia seriamente specializzato e/o disponibile ad affrontare un percorso molto, ma molto lungo.

Flora


[Edited at 2013-11-06 16:56 GMT]
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gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Ci sono stati cambiamenti notevoli del mercato negli ultimi anni... Nov 6, 2013

Solo ora mi sono accorto che si tratta di una discussione aperta nel lontano 2009, e a cui avevo partecipato ai suoi inizi (secondo intervento di pagina 2) mettendo in rilevo il vantaggio della flessibilità.
Fin da allora, comunque, si notava, in sottofondo, l'insoddisfazione per altri aspetti, che ho esposto qui sopra, nel mio intervento di ieri.

Oggi, dopo quattro anni di continuo trend al ribasso (delle tariffe) e continuo trend in aumento della concorrenza, probabilment
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Solo ora mi sono accorto che si tratta di una discussione aperta nel lontano 2009, e a cui avevo partecipato ai suoi inizi (secondo intervento di pagina 2) mettendo in rilevo il vantaggio della flessibilità.
Fin da allora, comunque, si notava, in sottofondo, l'insoddisfazione per altri aspetti, che ho esposto qui sopra, nel mio intervento di ieri.

Oggi, dopo quattro anni di continuo trend al ribasso (delle tariffe) e continuo trend in aumento della concorrenza, probabilmente anche per una situazione personale, ovvero perché lavoro solo con la lingua inglese (la più inflazionata) e verso l'italiano (una lingua tutto sommato minore parlata in un paese dall'economia semi-asfittica), la situazione è cambiata, nel senso di ulteriormente peggiorata.

Avrei dovuto cambiare lavoro anni prima, ma nel 2007 mi sono trasferito in Brasile e ancora nel 2009 non parlavo abbastanza bene in portoghese. Ovviamente adesso, nel 2013, con il peggioramento continuo del mercato (nelle mie lingue di lavoro) e il miglioramento del mio portoghese, posso permettermi di cambiare, e quindi posso lavorare con la lingua del paese in cui risiedo da 6 anni.

In sostanza, come traduttore stavo tentando di resistere, sia pure con un fatturato poco soddisfacente, e potevo farlo solo perché avevo dei risparmi, ho contenuto le spese, e perché non ero ancora pronto al mercato del lavoro locale.

La flessibilità, ovvero, per me, il poter lavorare da qui per clienti europei o agenzie di qualunque paese era il vantaggio cruciale nel 2008-2009, ma non bisogna neppure pensare che la traduzione sia l'unico lavoro flessibile. In realtà, ci sono tanti lavori flessibili, anche in settori ben più redditizi, o in settori che non sono in crisi permanente da oltre 10 anni, e in settori dove un professionista autonomo viene pagato per quello che vale, non in base alla tariffa al ribasso offerta da migliaia di principianti che, per giunta, nel nostro settore dal punto di vista finanziario tendono ad essere scriteriati....

Una parte della colpa per questa situazione deve essere attribuita al sistema scolastico e universitario, in quanto non prepara le frotte di neo-laureati al mondo del lavoro, specificamente al lavoro come freelance autonomo, che oggigiorno è lo sbocco più comune in assoluto.
Questo ruolo non viene neppure coperto dalle associazioni, che fanno troppo poco oppure non vogliono assistere tutti i nuovi colleghi. Ad essere maliziosi, potrei pensare che si tratti di una difesa del territorio da parte dei vecchi traduttori esperti, che non hanno interesse diretto ad aiutare i nuovi arrivati, una sorta di arroccamento, che pero' finisce per danneggiare il mercato in generale, lasciandolo in mano a migliaia di inesperti e di sprovveduti che non sanno fare un prezzo, non sanno contrattare il proprio servizio, e che finiscono per falcidiare anche il terreno di lavoro di chi non li ha aiutati a capire come si lavora.

Altre colpe sono da addossare alla crisi generale del sistema-Italia, che vende poco all'estero, compra poco dall'estero, e quindi è diventato un mercato sempre più marginale rispetto a 10-15-20 anni fa.
Di conseguenza, il lavoro verso l'italiano di interpreti e traduttori, in generale, si restringe ogni anno di più.

Il mercato delle agenzie soffre anch'esso di strangolamento e di un numero eccessivo di micro operatori, sottocapitalizzati e, in Italia, tendenti al micragnoso. In verità, molti di loro stanno molto male, forse anche peggio dei traduttori, e infatti molti pagano male, o chiudono baracca o falliscono.

In sostanza, i mali sono tanti e cronici, direi strutturali, e non potendo lottare contro tutto e tutti, contro la crisi del sistema Italia, contro le inefficienze dell'università, l'immobilismo delle associazioni, e contro le migliaia di concorrenti-lemmings che si buttano da soli nel precipizio, per non farmi trascinare a mia volta nel baratro economico, ho preso le mie decisioni, sofferte e in ritardo, ma non a cuor leggero.
Lascio un lavoro che mi piace, anzi che mi piaceva, e dove fino a 8-10 anni fa non si lavorava male.

GF




[Edited at 2013-11-06 18:11 GMT]
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Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Ho voluto levarmi un sassolino dalle scarpe Nov 7, 2013

e l'ho lanciato nello stagno, non sperando certo che sollevasse un maremoto, ma che increspasse un po' le acque sì. Non ne potevo più di quell'immagine che ho visto dipinta ultimamente in modo per lo più quasi idilliaco, del tipo come ha scritto missdutch Tout va très bien, Madame la Marquise

Ammetto comunque che non ho letto proprio tutto il thread, e può darsi benissimo che anch'io, come Gianfranco, sia già intervenuta 4 anni
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e l'ho lanciato nello stagno, non sperando certo che sollevasse un maremoto, ma che increspasse un po' le acque sì. Non ne potevo più di quell'immagine che ho visto dipinta ultimamente in modo per lo più quasi idilliaco, del tipo come ha scritto missdutch Tout va très bien, Madame la Marquise

Ammetto comunque che non ho letto proprio tutto il thread, e può darsi benissimo che anch'io, come Gianfranco, sia già intervenuta 4 anni fa. Se così fosse, il mio intervento di oggi non poteva che essere molto più pessimistico di allora, perché da allora, e da molti anni, il quadro generale della nostra professione è andato sempre peggiorando.

Avrei forse risposto in termini meno drastici allora, ma oggi sono dell'idea: se fossi più giovane, e con quello che so e vedo, per niente al mondo mi metterei a fare le traduzioni, o almeno non come lavoro principale.

Ha ragione Gianfranco quando dice di cercare alternative. Meditate, gente, valutate quanto (poco) guadagnate, quanto vi rimane dopo aver pagato le tasse e soprattutto quanto buttate nelle fauci della gestione separata, senza la possibilità di ricavarne mai una pensione degna di questo nome (per chi vive in Italia), e se potete farlo, correte ai ripari!

PS per Angie: gli stipendi (medi o quello che è) non sono assolutamente paragonabili con quello che prendiamo noi. I dipendenti hanno le ferie e le malattie retribuite, la tredicesima, eventuali benefit, prendono sempre lo stesso stipendio, che si girano i pollici o che lavorano, non hanno spese di gestione e il datore di lavoro paga metà dei loro contributi. Noi non abbiamo niente di tutto ciò. Come si può fare un confronto sensato? Anche se guadagno 2.000 euro netti, tolti tasse, balzelli vari e i contributi, sarà sempre infinitamente meno di quello che prende un dipendente. Perché nelle ferie non guadagno niente, quando sto male neanche, la tredicesima non me la dà nessuno, i benefit me li sogno, quando non lavoro non guadagno niente, pago le mie spese e i contributi tutti di tasca mia. E avrò meno di un dipendente di pensione.

[Bearbeitet am 2013-11-07 19:52 GMT]
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Angie Garbarino
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Ne ho tenuto conto Nov 8, 2013

Christel Zipfel wrote:

PS per Angie: gli stipendi (medi o quello che è) non sono assolutamente paragonabili con quello che prendiamo noi. I dipendenti hanno le ferie e le malattie retribuite, la tredicesima, eventuali benefit, prendono sempre lo stesso stipendio, che si girano i pollici o che lavorano, non hanno spese di gestione e il datore di lavoro paga metà dei loro contributi. Noi non abbiamo niente di tutto ciò. Come si può fare un confronto sensato? Anche se guadagno 2.000 euro netti, tolti tasse, balzelli vari e i contributi, sarà sempre infinitamente meno di quello che prende un dipendente. Perché nelle ferie non guadagno niente, quando sto male neanche, la tredicesima non me la dà nessuno, i benefit me li sogno, quando non lavoro non guadagno niente, pago le mie spese e i contributi tutti di tasca mia. E avrò meno di un dipendente di pensione.

[Bearbeitet am 2013-11-07 19:52 GMT]


Scusa non avevo visto che mi rispondevi:

ho tenuto conto di tutto quello che citi, e ovviamente ho parlato, anzi scritto, per me.
sicuramente non conosco le singole situazioni.


Un caro saluto!

P.S. Sulle alternative sono d'accordissimo, sono sempre buona norma di prudenza, solo che alla mia età....


[Edited at 2013-11-08 09:41 GMT]


 
Mariella Bonelli
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Netto Nov 8, 2013

Christel Zipfel wrote:

PS per Angie: gli stipendi (medi o quello che è) non sono assolutamente paragonabili con quello che prendiamo noi. I dipendenti hanno le ferie e le malattie retribuite, la tredicesima, eventuali benefit, prendono sempre lo stesso stipendio, che si girano i pollici o che lavorano, non hanno spese di gestione e il datore di lavoro paga metà dei loro contributi. Noi non abbiamo niente di tutto ciò. Come si può fare un confronto sensato? Anche se guadagno 2.000 euro netti, tolti tasse, balzelli vari e i contributi, sarà sempre infinitamente meno di quello che prende un dipendente. Perché nelle ferie non guadagno niente, quando sto male neanche, la tredicesima non me la dà nessuno, i benefit me li sogno, quando non lavoro non guadagno niente, pago le mie spese e i contributi tutti di tasca mia. E avrò meno di un dipendente di pensione.

[Bearbeitet am 2013-11-07 19:52 GMT]


Infatti il guadagno netto deve essere calcolato sottraendo tasse, balzelli vari, contributi, periodi di inattività forzata, ferie e malattie. Tutto quello che è calcolato senza tener conto di questi elementi non è il netto, è ancora il lordo.
Non lo dico tanto per te, ma per i giovani che, mi accorgo, non hanno idea di come calcolare il loro guadagno, perché se ce l'avessero non venderebbero i loro servizi al di sotto di un certo minimo e capirebbero che se lo fanno non possono durare nel lungo periodo. Il netto deve essere un netto vero.
Quello che non condivido del tutto è l'idea che questi problemi appartengano solo alla nostra categoria, perché se mi guardo intorno vedo che molte libere professioni richiedono anni di tirocinio non pagato, per poi iniziare a guadagnare degnamente dopo tanti anni, e questo solo in caso di successo, esattamente come accade per noi. Per i giovani purtroppo non vedo un quadro positivo nemmeno io.
Un piccolo elemento a favore del nostro netto è la mancanza quasi totale di spese di benzina e spesso di pasti consumati fuori. Questo sempre per tener conto di tutti gli elementi.


 
Valeria Francesconi
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Concretizziamo al di là del sono contento o meno Nov 8, 2013

Salve a tutti,

secondo i miei calcoli per arrivare a un guadagno netto mensile pari a quello della famosa e tanto citata segretaria (diciamo in media 1200 euro netti al mese) è necessario fatturare circa 30-35.000 euro annui, considerando tutto quanto citato da Mariella, cui aggiungo anche il TFR e sempre tenendo a mente che la nostra pensione, anche con questo fatturato, sarà miserrima.

Va da sé che c'è chi può essere contento con 10.000 euro di fatturato annuo e
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Salve a tutti,

secondo i miei calcoli per arrivare a un guadagno netto mensile pari a quello della famosa e tanto citata segretaria (diciamo in media 1200 euro netti al mese) è necessario fatturare circa 30-35.000 euro annui, considerando tutto quanto citato da Mariella, cui aggiungo anche il TFR e sempre tenendo a mente che la nostra pensione, anche con questo fatturato, sarà miserrima.

Va da sé che c'è chi può essere contento con 10.000 euro di fatturato annuo e chi può essere scontento fatturandone 40.000.

Vi riporto l'esempio di una persona che conosco e che gli ultimi anni prima della pensione ha lavorato come collaboratrice a progetto iscritta alla gestione separata; beh, dopo 13 anni di lavoro a 1000 euro netti al mese avrà diritto a una pensione di 80 euro mensili.
La mia prossima mossa sarà fissare un appuntamento con l'inps per capire bene come sono messa con i miei contributi versati.

Vi allego anche questo interessante articolo, cose già note, certo, ma è sempre bene tenerle a mente viste le tariffe che si vedono in giro.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/07/incubo-33-la-lotta-silenziosa-delle-partite-iva/769024/

Buon lavoro a tutti!
Valeria



[Edited at 2013-11-08 13:44 GMT]
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Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Problema Italia Nov 8, 2013

Se la mettiamo su fiscalità e gestioni varie italiane, lascio continuare i residenti in Italia (soggetti a cotanta favolosa fiscalità con relativa gestione separata).

Ma questo non riguarda esclusivamente la professione del traduttore, direi che è un discorso più ampio.


 
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